Fluidamente
centro di Psicomotricità, Drammaterapia, Counseling Biosistemico e Teatro Sociale per l’espressione e integrazione emozionale
di bambini e adulti
L’emozione è come un fiume: se è secco siamo nel deserto; se è sovrabbondante anneghiamo.
(M.Stupiggia)

Quale metafora e immagine migliore di un corso d’acqua per rappresentare il nostro mondo emozionale in continuo mutamento? L’acqua non può essere imbrigliata, tagliata , afferrata ed il suo scorrere cessa solo quando viene rinchiusa. L’acqua nutre, è vita ed energia. In tutte le forme che può assumere, anche quando evapora in milioni di particelle, essa non scompare…modifica solo il suo stato. La sua natura è di scorrere, di essere in continuo movimento: così è per il nostro mondo emozionale e per i nostri pensieri e quando ciò non accade si crea malessere. A volte è necessario arginare un fiume impetuoso per aiutarlo a ritrovare la sua forza in un contesto di sicurezza. In altre le correnti possono premere creando mulinelli e gorghi…come quando si gira in tondo, in una situazioni di ‘impasse’: diventa allora necessario liberare i flussi vitali sotterranei per ritrovare il giusto ritmo e aprirci al cambiamento.
L’acqua può levigare delicatamente o erodere in modo distruttivo….ed è ciò che accade quando non riusciamo a gestire le nostre emozioni, le reprimiamo o le temiamo; la nostra comunicazione e le relazioni con gli altri sono i primi a risentirne: vogliamo esercitare un controllo eccessivo su di esse o non riusciamo a contenerle adeguatamente. Il Centro Fluidamente si prefigge – tanto con i bambini che con gli adulti – di aiutare a riprendere contatto con questi flussi vitali interrotti, stagnanti o caotici, e riconnetterli ai pensieri verso una maggiore consapevolezza e una migliore qualità di vita.. Riportando alla coscienza le nostre emozioni possiamo integrarle con la parte più razionale di noi. E quando questa invece si irrigidisce e si fissa su idee irremovibili lega a sé le parti più vitali e creative ripercuotendosi sul benessere psicofisico, traducendosi in disturbi psicosomatici. Diventa necessario quindi trovare modalità interattive più adatte e comunicazioni più efficaci.
