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“CON TE”

UN PERCORSO DI AIUTO PER BAMBINI DAI 3/10 ANNI CON DISAGI EMOTIVO-RELAZIONALI,  LOGICO-COGNITIVI E MOTORI. Attualmente per i bambini dai 7/10 anni si preferisce proporre il percorso “MA QUANTE STORIE!” che potete trovare in calendario. 

Indipendentemente dai loro comportamenti e dall’età i bambini hanno necessità  di una socialità piena e di potersi muovere in libertà, di sperimentarsi e mettere in moto le loro migliori risorse espressive, creative e logiche.   

Le maggiori difficoltà che si riscontrano negli ultimi anni riguardano la sfera emotivo/relazionale e attentiva. I due aspetti sono ovviamente molto collegati tra loro e disagi emotivi si riflettono, oltre che sulle relazioni, anche sugli apprendimenti e sulle prestazioni logico-cognitive e verbali. Come ho già indicato nella sezione del sito ‘discipline’ le linee di sviluppo s’intersecano e influenzano di continuo. Spesso gli adulti si allertano nel momento in cui il disagio è divenuto eclatante e faticano a gestire comportamenti fortemente oppositivi, sfidanti o temono con l’approssimarsi della Scuola Primaria, i  possibili insuccessi scolastici. Accade spesso, inoltre, che il genitore faticando a decodificare il comportamento del figlio venga ‘spronato’ poi dagli insegnanti a seguire un percorso psicomotorio.

Sebbene lo sviluppo non proceda mai in modo perfettamente lineare nelle diverse sfere della personalità ( a livello emotivo-comportamentale, relazionale, logico-cognitivo o verbale e sul piano motorio) nel momento in cui si verificano regressioni e/o consistenti disarmonie è utile intervenire in modo preventivo per giungere ad armonizzare il comportamento del bambino nella sua globalità. Ciò anzitutto perché il bambino manifesta una difficoltà  e ha bisogno di aiuto perché si possa giungere a comprenderne le motivazioni, oltre alle modalità e ai fattori scatenanti. In seconda battuta perché queste stesse difficoltà investono il clima familiare (e viceversa) rendendo faticosi i rapporti e la comunicazione. 

Spesso, di fronte a comportamenti fortemente egocentrici, collerici e tirannici ad esempio i genitori (e ancor più spesso i nonni, del resto tanto preziosi) cedono cercando di soddisfare i ‘capricci’ del figlio entrando in una spirale ricattatoria molto difficile da scardinare in cui vengono attivati sensi di colpa e d’ impotenza.

In  molti casi gli atteggiamenti aggressivi si manifestano nel rapporto con i fratelli o con i compagni di scuola con i quali instaurano relazioni basate sulla gelosia e la competizione continua.

Molti bambini inoltre evidenziano difficoltà nell’applicarsi e fenomeni di  veloce affaticamento anche a livello motorio uniti a una generale abulia. Non aiutano in tal senso giochini elettronici e lunghe esposizioni a cartoni animati poco comprensibili, in cui i nessi logici sono spesso confusi e rendono il bambino un soggetto passivo.                                                  Nelle scuole inoltre l’alto numero di alunni e gli spazi inadeguati non permettono il libero movimento, la liberazione del piacere senso-motorio, la sperimentazione di sé e il desiderio di migliorare le proprie competenze. A volte le autonomie e ‘normali’ prassie per l’età (ad esempio nella vestizione/vestizione o nell’alimentazione) sono ostacolate da ritmi di vita un pò frenetici o dal bisogno del genitore di ‘sostituirsi’ al figlio per dimostrare meglio il proprio amore e la propria presenza. La gestione della frustrazione è un elemento a volte molto faticoso – ma necessario – tanto a scuola che a casa e non sempre si trovano le strategie più adatte. E’ indispensabile però che il bambino giunga a fare i conti con la realtà realizzando di non possedere l’onnipotenza che desidererebbe e che distorce la visione tanto di se stesso che del mondo esterno aumentando sempre più la rabbia nel momento in cui questo non si plasma ai suoi voleri. Ma è proprio attraverso la relazione con l’adulto che lo contiene che può prendere consapevolezza dei propri limiti: diventerà possibile sdrammatizzarli compensandoli con un‘autostima crescente nella consapevolezza anche delle proprie capacità.  In tal modo giunge a un’identità più salda e alla capacità di relazionarsi in modo più equilibrato tanto con gli adulti che con i pari.                                                                

Nell’intervento psicomotorio non si punta a ‘correggere’ l’errore ma si offre uno spazio/tempo in cui il bambino non si sente giudicato e ‘lacunoso’ ma, al contrario, accolto nella possibilità di esprimersi pienamente. Ed è attraverso questa accettazione e nella relazione di fiducia che si instaura che si possono ottenere dei miglioramenti.    Il bambino – che si esprime anzitutto a livello motorio e non verbale tanto più è piccolo – avrà uno spazio ludico in cui sperimentarsi ed essere guidato dalla figura della psicomotricista: sarà libero ad esempio di esprimere la rabbia, costruendo e  distruggendo mediante appositi ‘cubotti’ psicomotori o simulando lotte tra animali; potrà rimanere in silenzio fino a quando lui/lei stesso/a si stancherà e troverà tale difesa poco utile al suo stesso divertimento; potrà sbagliare ripetutamente senza essere valutato e senza timore di deludere le aspettative.  Pur richiedendo il rispetto di alcune basilari regole il bambino potrà manifestare i suoi comportamenti oppositivi che, nel tempo, troverà poco produttivi, selezionerà i giochi preferiti e troverà piacere nell’instaurare un rapporto di collaborazione e sintonia. In altri casi i bambini manifestano un bisogno di ‘maternage’ che possono esprimere senza vergogna mediante il gioco simbolico con gli oggetti e/o con la psicomotricista stessa. 

E’ evidente che anche la relazione che si instaura nel setting psicomotorio è in qualche modo ‘privilegiata’ rispetto a chi deve cercare di trovare quotidianamente delle soluzioni e cercare di organizzare al meglio la vita famigliare. Alcuni errori è facile commetterli quando si è estenuati e/o non si ha tempo per accogliere le reazioni di fronte ai ‘no’ che si impongono o si vorrebbero imporre. Inoltre è importante che entrambi i genitori, laddove siano presenti, adottino i medesimi stili comunicativi e le stesse regole.                                                                                                                                              Nessuno ha la bacchetta magica ed è facile – specie nei momenti di difficoltà –  proiettare dei propri vissuti personali nella relazione con i figli e non sempre nel modo più efficace. A tale scopo è possibile  – anche in un secondo tempo – seguire un percorso di counseling che aiuti nella gestione del proprio ruolo genitoriale.   

Gli incontri sono settimanali, di un’ora e il costo mensile è di 90 euro. Le assenze verranno comunque considerate a meno che si avvisi 24 ore prima. 

Il primo incontro di conoscenza con i genitori e’ gratuito, in orari da concordare e prevedono la raccolta dei dati anamnestici ed eventuale documentazione utile.  Al momento della presa in carico verrà predisposto un ciclo di osservazioni di 4/6 incontri (anch’essi di 1 ora ma di 28 euro ciascuno ) per delineare gli obbiettivi da raggiungere e valutare il percorso più adatto alle necessità del bambino; il primo è quasi sempre individuale mentre gli altri vengono decisi di volta in volta. Successivamente sarà comunicato ai genitori se la Psicomotricista ritiene più  idoneo inserirlo in un piccolo gruppo anziché seguire un percorso individuale; ciò può anche avvenire in un secondo tempo e al medesimo costo.   Si precisa che per quanto venga preso in considerazione il parere degli Insegnanti  – tanto da sollecitare anche dei colloqui per un intervento sinergico .  la scelta del tipo di percorso da attuare rimane  una prerogativa della Psicomotricista: accade infatti che riscontrando difficoltà nella socialità ( spesso conseguenza di stati emotivi difficili) non venga considerato ‘adeguato’ un possibile intervento individuale (mentre spesso sono proprio il raggiungimento di un rapporto di fiducia con lo specialista e l’ accoglienza delle difficoltà che permettono i successivi progressi emotivi e poi relazionali). Capita che il bambino debba sentirsi anzitutto contenuto e che il suo livello di emotività lo esponga ad eccessivo stress nel relazionarsi con i coetanei. E anche nel rapporto duale  i bambini riescono a divertirsi ed esprimersi pienamente e ciò non dev’essere considerato come l’retichettatura  di particolari ‘patologie’ in essere. 

I successivi colloqui con i genitori, gli incontri con insegnanti e altri specialisti che hanno in carico i bambini sarà di 25 euro; lo stesso costo per eventuali relazioni da redigere.                                                 

 La data e gli orari quì segnalati sono solo  indicativi. I giorni dedicati alle attività saranno – salvo particolari situazioni – il Martedì, il Mercoledì e il Giovedì. 

I bambini dovranno portare calze antiscivolo e abbigliamento comodo. Vista la situazione sanitaria attuale non è richiesto il cambio di felpa; i genitori o gli accompagnatori potranno sostare nella sala d’aspetto il tempo necessario ad aiutarli nella vestizione/svestizione.